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Paola e Stefano, compagni di vita e volontari in reparto

Ho conosciuto Piccoli Grandi Cuori nel 2017 quando la mia insegnante di yoga Patrizia, volontaria dell’associazione, mi ha parlato per la prima volta della campagna dei Cuori di Cioccolato.

In quel periodo avevo appena cambiato lavoro e, di conseguenza, avevo più tempo libero a disposizione.

Quando mio marito Stefano e io abbiamo scoperto che stava per partire un nuovo corso per volontari, non ci abbiamo pensato due volte e ci siamo iscritti.

Perché Piccoli Grandi Cuori

Il corso è stato davvero completo: abbiamo studiato la storia dell’associazione e compreso il valore dei servizi che offre. Abbiamo fatto anche dei colloqui con le psicologhe dell’associazione e con la coordinatrice dei volontari per capire insieme le nostre attitudini.

La scelta di dedicare il nostro tempo a Piccoli Grandi Cuori è stata dettata dall’approccio serio e consapevole dell’associazione. Qui c’è un’attenzione costante alla sicurezza e al benessere dei volontari affinché non facciano danni e non ne subiscano.

È un ambiente in cui noi volontari ci conosciamo, cresciamo insieme e godiamo di una trasparenza che non ho riscontrato in altri contesti associativi.

Volontari in reparto

Principalmente svolgiamo la nostra attività da volontari in reparto, dove organizziamo laboratori creativi per i bambini ricoverati. Io e Stefano ci andiamo sempre in coppia. È un’esperienza emozionante e, talvolta, complicata. Credo aiuti i ragazzi ricoverati e i loro genitori a creare un diversivo in un momento complicato.

Durante l’attività io e Stefano ci prendiamo in giro. Lui è quello pasticcione, più imbranato. I bambini si riconoscono spesso in lui.

Per me fare l’attività insieme è una cosa bella perché c’è maggiore sintonia rispetto agli altri volontari. Una familiarità che aiuta ad alleggerire alcune situazioni. Questo aiuta nella vita di coppia e anche nella riuscita del laboratorio.

Partita di biliardino in reparto

L’importanza del supporto psicologico

Ci tengo a sottolineare l’importanza del supporto psicologico anche nei confronti di noi volontari.

Da quando abbiamo seguito il corso, siamo sempre stati supportati dalle psicologhe dell’associazione. Talvolta è normale portare a casa alcune situazioni pesanti vissute in reparto, magari dovute alla condizione fisica di alcuni ragazzi, ma è fondamentale imparare a non “bruciarsi”.

Noi ci mettiamo tutta la nostra empatia nel corso dell’attività, ma una volta tornati a casa è bene provare a non pensarci troppo. Poi è chiaro che certi momenti restano dentro e a noi aiutano anche nel modo in cui affrontiamo la vita.

Stefano e la sua abilità nascosta

Vi racconto una gag su Stefano. Quando abbiamo iniziato la nostra attività di volontariato, diceva di essere utile soltanto per fare attività di manovalanza.

Dopodiché abbiamo scoperto che non solo è bravo a giocare coi bambini, ma ha un’attitudine da venditore eccezionale.

Lo prendo spesso in giro su questo. La “scoperta” risale a quando, in occasione di una raccolta fondi dedicata alla Giornata Mondiale delle Cardiopatie Congenite, ha iniziato a promuovere i Cuori di Cioccolato tra i colleghi dell’azienda per cui lavora.

Con grande stupore di entrambi, è riuscito a venderne tantissimi e da allora aiuta l’associazione con la raccolta fondi ogni anno.

Approccio al volontariato

Io e Stefano non abbiamo figli e non abbiamo familiarità con le cardiopatie congenite. Il nostro percorso come volontari è diverso da quello dei familiari dei pazienti.

Paola e Stefano insieme durante un banchetto natalizio

Per quanto riguarda me, non sono alla prima esperienza nel mondo delle associazioni e del volontariato. Vengo da un passato da scout e, prima dell’attuale lavoro, avevo un impego nel sociale.

Anche Stefano ha svolto altre attività di volontariato in passato, anche se non in maniera così strutturata.

Attualmente svolgiamo la nostra attività da volontari in reparto ogni due settimane di sabato pomeriggio.

Entrambi ci approcciamo al volontariato con gratitudine: pensiamo che restituire qualcosa indietro di ciò che la vita ci ha dato sia la cosa giusta.

Dico sempre che è più quello che ricevo rispetto a ciò che do con le mie tre ore di volontariato. Più quello che ho imparato rispetto a quello che posso avere insegnato.

La nostra attività è come un granello di sabbia che spero possa contribuire a fare stare meglio altre persone.

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