L’accoglienza che cura
Simona è incinta del piccolo Matteo, al quale è stata diagnosticata una cardiopatia congenita. Insieme al marito Giuseppe è stata accolta al Polo dei Cuori dove è rimasta prima e dopo il parto
La diagnosi
“Quando abbiamo avuto la diagnosi di cardiopatia congenita è stato un vero e proprio macigno.
Abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava durante l’ecografia morfologica, che abbiamo fatto in Sicilia: era il 21 maggio 2021. Avevamo paura: di quello che sarebbe accaduto, della possibilità che ci fosse anche una sindrome genetica associata.
Abbiamo scoperto l’esistenza dell’associazione Piccoli Grandi Cuori navigando in rete, abbiamo contattato il Policlinico di Sant’Orsola a Bologna e in tempi brevi ci hanno fissato un’ecocardiografia con le dott.sse Perolo e Balducci, che hanno confermato la diagnosi e ci hanno spiegato tutto l’iter che ci avrebbe atteso”.
Il supporto dell’associazione
“Quel giorno abbiamo incontrato Simona, l’assistente sociale, che ci ha fornito nel dettaglio tutte le informazioni relative all’accoglienza gratuita al Polo dei Cuori, dove siamo rimasti nel periodo antecedente il parto. Sempre in quella occasione abbiamo conosciuto anche Sara, la psicologa, grazie a lei siamo riusciti a metabolizzare il tutto.
La loro presenza è stata preziosa.
Ci siamo subito sentiti protetti, in una situazione così complicata è importante avere al tuo fianco persone che ti prendono per mano e ti spiegano ogni aspetto, dal ricovero al parto, dall’intervento cardiochirurgico alle dimissioni, cullandoti anche dal punto di vista emotivo e psicologico.
Scoprire la cardiopatia congenita ancora in gravidanza, grazie alla alla diagnosi prenatale, ci ha fornito tanti strumenti in più: il tempo per accettare e metabolizzare, per organizzarci senza dover decidere “in emergenza”.
L’intervento salvavita
“Il piccolo Matteo è il nato il 23 settembre 2021 presso il reparto di Ginecologia e Ostetricia del Sant’Orsola. Matteo voleva venire al mondo, e mi ha aiutato tantissimo nel parto: sono entrata in sala parto alle 2.30 di notte e lui è nato alle 4.21. Ho chiesto di vederlo un attimo, prima che lo trasferissero in Reparto: ricordo che aveva un tubicino al naso, per l’ossigenazione, e già provava con quelle piccole manine a tirarselo via. Il 5 ottobre è stato operato dalla dott.ssa Emanuela Angeli e oggi sta bene. Sono stati momenti infiniti.
L’intervento è iniziato alle sette e trenta della mattina, in qualche modo la mattina di attesa è trascorsa e proprio quando non ce la facevamo più è arrivata Sara, la psicologa, per sostenerci nelle ultime ore di attesa.
Abbiamo avuto la notizia che tutto era andato bene alle 15.45 del pomeriggio, quando abbiamo incontrato la dott.ssa Angeli. Sapevamo che lei è specializzata nelle trasposizioni e per questo eravamo abbastanza tranquilli. Ricordo che quando l’abbiamo vista, all’uscita della sala operatoria, ci ha stupito: dopo così tante ore di intervento, me la immaginavo affaticata, e invece era tranquilla.
Ci ha comunicato che tutto era andato bene e che non c’erano state complicazioni, ricordo che l’anestesista si è commosso insieme a noi, per la nostra espressione.
Eravamo felici. Per noi è stata una seconda nascita, perchè quella di Matteo era una cardiopatia incompatibile con la vita”.